Nel recente intervento della Magistratura sulla gestione della “sanità in Sicilia” e nel dibattito, spesso ripetitivo e stantio, che ne è seguito non ci ha colpito la recrudescenza dello scontro fra il nostro Sindaco e Musumeci (che pure lui ha contribuito ad eleggere), né i soloni che ricordano a tutti come l’avviso di garanzia non sia un verdetto di condanna ma una civile forma di garanzia perché l’indagato possa difendersi al meglio.
Né ci sorprende chi si straccia le vesti per la “fuga di notizie” nel corso delle indagini: chi lo fa spesso dimentica che il pubblicare atti processuali provenienti dagli “avvisi” non è reato poiché di documenti pubblici si tratta (e spesso diffusi ad arte dagli stessi inquisiti).
Il nostro giornale è indenne, in ogni caso, da tutto ciò perché non facciamo “giudiziaria” o “nera” ma siamo tra quelli che ritengono che in una auspicabile ed urgente riforma della Giustizia si intervenga perché questo strumento irrinunciabile sia limato in modo da fornire esclusivamente le indicazioni essenziali lasciando solo ai legali la possibilità di andare a leggere l’intero fascicolo.
Noi oggi interveniamo solo su una frase, riferita dai legali dell’ex assessore Razza, per una banale riflessione politica: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.