Sicilia: Terra da amare e non dimenticare!
Il Carretto Siciliano è il simbolo più caratteristico della Sicilia.
Quante volte per rappresentare la terra del sole si è descritta l’immagine di un carrettino decorato! Anticamente per viaggiare nelle sterrate strade sicule era il mezzo migliore… Al giorno d’oggi è ritenuto, con le sue innumerevoli e vivaci decorazioni, un singolare lavoro d’ingegno. La nascita del Carretto Siciliano , tra la fine del settecento e i primi dell’ottocento, è legata allo sviluppo del sistema viario .
Uno dei più importanti studiosi del folklore e scrittore palermitano dell’ottocento, Giuseppe Pitrè , descriveva il viaggio della gente siciliana paragonandolo ad un’avventura. Rappresentati con la valigia di cartone legata da uno spago, i siciliani non iniziavano il loro viaggio senza tralasciare la classica pagnotta con olive e salame di Sant’Angelo di Barolo . Percorrendo la storia dall’800 , non ci si può esimere dal citare la storia dei Borboni che fecero realizzare le Regie Trazzere. Erano strade impercorribili, transitabili solo da carretti tirati da muli .
Tra le trazzere si evidenzia, la regia strada Palermo – Messina che congiungeva Enna e Catania. Inizialmente il carretto aveva ruote molto alte , per poter raggiungere i luoghi più disgiunti dal centro. Il carretto siciliano nasce , soprattutto , per uso trasporto di materiale come la sabbia, pietre, cibo . In un secondo momento servì anche per altre esigenze. Colui che lo progettava era un falegname che prendeva il nome di carradore o birocciaio. Questo doveva i essere un fabbro, ma anche decoratore e pittore. Le metodologie costruttive e decorative rimanevano nel suo ambito familiare e trasmesse da padre in figlio. La tecnica doveva essere un segreto , senza mai rivelare i trucchi del mestiere . I carradori, terminato il lavoro, erano soliti marchiare la loro opera, ponendo data e firma. La scelta del legno era imprescindibile poiché doveva essere adeguata. I legni più usati erano il noce, faggio e abete. Il carradore lavorava con strumenti da falegname o fabbro , ma c’era a volte la necessità anche del tornitore . Si realizzavano, quindi, le parti del carro: ƒonnu ri coscia, masciddari, puteddu, chiave d’arreri. Particolare era la ruota con 12 ammozzi ovvero i raggi.