Fino a qualche anno fa la popolarità del Totocalcio era altissima, e lungo tutta l’estensione della Penisola gli appassionati della schedina erano numerosissimi. Il concorso a premi, in origine gestito da SNAI, raccoglieva le speranze di milioni di persone che in trepidante attesa aspettavano di fare il fatidico “13”.
Oggi le cose sono un po’ diverse, forse anche per la concorrenza di altri giochi a premi, ma una nicchia di fedelissimi rimane ancora.
Totocalcio: la storia di una speranza
Le nuove generazioni quasi non ne conoscono l’esistenza, ma per decenni il Totocalcio ha raccolto le speranze di milioni di italiani. Quando le partite di serie A e B non erano ancora frammentate lungo tutto il corso di una settimana, la domenica pomeriggio la fotografia era sempre la stessa. Un numero altissimo di persone, davanti a una radiolina prima e un televisione poi, con le dita incrociate in attesa di azzeccare 13 risultati vincenti.
Con il passare degli anni le cose sono cambiate. In parte forse anche per il calo di interesse che il calcio nostrano sta attualmente vivendo, che ha portato a una disaffezione verso questo sport. In parte perché non passa giorno senza che qualche nuovo concorso venga inventato, aumentando la concorrenza. Ad ogni modo, ad oggi sono rimasti circa in 40.000 a scommettere in questo modo, anche se il 13 è diventato un 14.
La parabola discendente del Totocalcio
Se a qualcuno dovesse capitare di parlare con i propri nonni, i racconti in merito al Totocalcio sarebbero tutti simili tra loro. In tanti dicevano che non contava nemmeno saperne di calcio per giocare alla schedina, motivo per cui molte persone utilizzavano sempre lo stesso schema, un po’ come avviene ancora oggi per un altro concorso storico, il Lotto. Anche i montepremi non sono più quelli di una volta.