La Serie A viene vista ancora oggi come uno dei principali campionati di calcio in Europa.
Nella mente degli appassionati scorrono ancora le immagini dei campionissimi che hanno calcato il rettangolo verde in questi decenni: Platini, Maradona, Van Basten, Baggio, Ronaldo e Cristiano Ronaldo, solo per citarne alcuni, hanno sicuramente dato lustro al movimento del pallone nostrano. Di conseguenza, all’estero c’è particolare attenzione nei confronti dei grandi nomi che entrano nel tabellino dei marcatori ogni domenica. Oggi non si parla forse di elementi di vero spicco internazionale, ma indubbiamente il campionato italiano può vantare ancora la militanza di numerosi bomber pronti a dare spettacolo, per cui le quote sul capocannoniere della Serie A prevedono molte possibilità di scelta. Quest’anno, soprattutto, la vittoria della classifica dei marcatori non è così scontata.
Ciro Immobile è sempre uno dei candidati. Il centravanti della Lazio ha pur sempre vinto una Scarpa d’Oro due anni fa, succedendo a Luca Toni e a Francesco Totti tra gli attaccanti italiani. Immobile ha scacciato parte delle critiche piovutegli in Nazionale arrivando a vincere l’Europeo, anche se nella seconda metà del torneo non è riuscito a esprimere il meglio di sé. Ai tempi del Borussia Dortmund e del Siviglia la sua carriera sembrava aver conosciuto una fase calante. Il punto è che “Ciruzzo” è abituato ad essere servito in profondità, non è la classica punta di peso che gioca spalle alla porta. Quando viene inserito in un contesto tattico diverso da quello attuale della Lazio, ecco che il numero 17 va in sofferenza.
Discorso diverso per Edin Dzeko, evidentemente più strutturato anche fisicamente. Il bosniaco è quel bomber in grado di ripulire le palle sporche e di risultare decisivo anche in pochi minuti. Di conseguenza, il suo rendimento non è sempre costante e probabilmente il suo periodo d’oro è terminato anni fa, ma un attaccante di quasi 36 anni che gioca volentieri di sponda con i compagni e stacca in maniera così efficace di testa è difficile trovarlo in giro. Dzeko non è Lukaku, ma l’Inter non può di certo lamentarsi del tandem d’attacco che riesce a schierare ancora oggi.