Dal Prof. Vincenzo Piccione riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Premessa
Un giorno venne chiesto al compositore inglese sir Edward Edgar da dove provenisse la sua musica e la risposta fu “la mia idea è che ci sia musica nell’aria, musica dappertutto intorno a noi. Il mondo ne è pieno e ne puoi prendere ogni volta tutta quella di cui hai bisogno.
Come per la musica di Edgar, lo stesso accade per le piante che sono intorno, i veri protagonisti del pianeta. Si, lo sono davvero, basti pensare che il mondo animale, noi compresi, rappresenta un irrilevante consistenza di biomassa rispetto alle piante che incidono per l’85%.
Il pianeta è un mondo verde, è delle piante e tutta la vita dipende da loro.
E’ un limite della maggior parte di noi non cogliere questa evidenza e non riuscire quindi, a guardare il mondo con occhi nuovi e consapevoli, maturando quello spirito ecologico necessario per poter parlare ancora di futuro.
Dobbiamo essere grati a quanti si sono spesi e si spendono per far conoscere il pianeta delle piante come il Prof. Francesco Furnari, appassionato botanico, prestigioso membro della Società Botanica Italiana che l’8 febbraio di questo anno ci ha lasciati.
É consuetudine ricordare una persona che non è più tra di noi in funzione dei suoi meriti di carriera. Lo trovo riduttivo e quindi non mi dilungherò in tal senso. Stigmatizzo la vita del prof. Furnari con tre specifiche: ordinario di cattedra di botanica, direttore dell’Istituto di botanica e successivamente Dipartimento di Botanica, eletto sempre all’unanimità per 22 anni, socio emerito dell’Accademia Gioenia e segretario generale della suddetta dal 1981 al 1995.
Certo dovrei richiamare altri ruoli rivestiti. Ad esempio:
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membro attivo della Società Botanica Italiana per aver organizzato congressi nazionali che ebbero il merito di mettere al centro dell’attenzione il nostro ateneo catanese, soprattutto l’Istituto di Botanica,
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essersi formato nella qualità di discepolo alla scuola del grande Braun-Blanquet, padre della Fitosociologia, per non dimenticare i suoi importanti studi floro-vegetazionali sul Gran Sasso d’Italia e le isole eolie.
Potrei dilungarmi su questi aspetti che attengono alla sua vita professionale ancora allungo, ma li reputo secondari al pari di come amava minimizzarli con grande signorilità. Non l’ho mai visto vantarsene. Voglio qui parlarvi delle qualità più straordinarie del prof. Furnari, quelle umane.
Ciccio Furnari era un uomo dotato di grande nobiltà d’animo come difficilmente si ha la fortuna di incontrare nel percorso della nostra vita.
La gratitudine dei discepoli del prof. Furnari
É stato un caposcuola con un merito speciale. In un momento storico che vedeva in Italia la moda di abbracciare quasi esclusivamente lo studio della fitosociologia ebbe l’intuizione e il coraggio di sensibilizzare noi – allora giovani discepoli – a non cristallizzarci sul tema ma aprirci a nuove esperienze. Fu così che l’Istituto di Botanica del tempo, inizialmente monotematico, si aprì a nuovi ambiti di ricerca spaziando dall’Algologia, alla Floristica, alla Micologia, alla Cariologia, alla Palinologia, alla Botanica Farmaceutica, all’Etnologia e, impensabile, 30 anni fa, alla Bioclimatologia, diventato il grande tema ambientale dei Cambiamenti Climatici. Il testimone di quest’ultimo impegno tutt’altro che concluso è qui rappresentato dal sottoscritto.
La gratitudine degli studenti del prof. Furnari
Chi ha avuto la fortuna di seguire le lezioni del Prof. Furnari in qualità di studente universitario, soprattutto delle lauree di Scienze Naturali e Scienze Biologiche, gli ha sempre riconosciuto oltre alla esposizione felice, dono di pochi, il grande merito di arricchire le lezioni con momenti laboratoristici memorabili.
Un altro momento significativo, sotto il profilo umano, era, a coronamento dei suoi corsi didattici, l’organizzazione di una passeggiata culturalepresso il Bosco di Santo Pietro – che ci sta ospitando oggi per la giornata nazionale degli alberi e ultimamente anche giornata regionale della macchia mediterranea – che lui ha eletto come luogo di eccellenza.
Sottolineo che se i suoi alunni e i discepoli che lo accompagnavano hanno acquisito una sensibilità particolare per la macchia mediterranea lo dobbiamo principalmente agli insegnamenti del Prof. Furnari che intrattenne un rapporto amicale privilegiato con il Prof. Renato Carella, Presidente dell’associazione di Educazione Ambientale Ramarro e custode di questo prezioso capitale naturale.
La gratitudine degli alunni delle scuole e dei cittadini nei riguardi del prof. Furnari
Ricordo che, come premio ad un progetto da me presentato insieme al Prof. Salvatore Lo Nigro e il Dr. Santi Spartà, il rettore prof. Enrico Rizzarelli ritenne di gratificarci assegnando al prof. Furnari, allora direttore dell’Istituto, la presidenza del CRIEA – Centro Regionale di Informazione ed Educazione Ambientale. L’impegno che dedicò il prof. Furnari a questa creatura è veramente commovente e ho il dovere di ricordarla. Con l’aiuto del Prof. Blasco Scammacca, collega con il dono della sensibilità all’uso avanzato degli strumenti informatici, realizzò un database degli ambienti naturali (non solo siciliani) che rappresentò un esempio preziosissimo sulla cui scia sono stati successivamente sviluppati prodotti altamente sofisticati a corollario dell’Orto botanico.
Con il CRIEA iniziò un grande lavoro di sensibilizzazione delle scuole di ogni ordine e grado ai temi ambientali ma soprattutto con un occhio privilegiato ai più piccoli e con l’aiuto di alleati preziosi che lo assecondarono nella missione. Soprattutto il Convitto Nazionale Mario Cutelli di Catania nelle persone del dirigente scolastico di allora prof. Osvaldo Bresmes e del vicario prof.ssa Emanuela Lo Cicero.
Ci sarebbe tanto da ricordare e raccontare, e materiale sufficiente per popolare un libro corposo.
Ma una chicca rimarrà storica, il progetto Adotta un’aiuola dell’Orto botanico. Un lavoro certosino di ricerca da parte di tanti studenti per conoscere in modo approfondito le essenze erbacee,arbustive e arboree delle aiuole assegnate e illustrarle alla cittadinanza che partecipò in maniera corale all’evento appositamente organizzato. Indimenticabile una ragazzina con una affabulazione e preparazione straordinaria che affascinò quanti si fermavano davanti alla sua aiola. Ancora oggi alcuni colleghi che si resero disponibili per aiutare il prof. Furnari la ricordano.
Trovo doveroso ricordare il contributo preziosissimo della collega Sandra Accaputo che sposò con grande dedizione la missione del prof. Furnari.
La gratitudine del sottoscritto nei riguardi del prof. Furnari
Se oggi da pensionato sono ancora operativo lo devo al prof. Furnari, mio maestro, per più di un motivo:
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sto continuando la sua missione di sensibilizzazione dei giovani ai temi ambientali e lo faccio attraverso il Centro di Educazione Ambientale di Messina presieduto dall’ ing. Francesco Cancellieri, che ho conosciuto a seguito della presentazione del prof. Furnari, ben 12anni fa.
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faccio parte immeritatamente del Comitato Scientifico del suddetto Centro Educazione Ambientale Messina accanto a nomi prestigiosissimi.
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Continuo con impegno la missione di tutela e valorizzazione della macchia mediterranea, laboratorio vivente che immancabilmente ogni anno il prof. Furnari voleva presentare a noi studenti universitari che seguivamo il suo corso di botanica sistematica. Caro prof. Furnari ti annunzio che abbiamo vinto grazie ai tuoi insegnamenti e all’aiuto di altri colleghi una battaglia importantissima. Siamo un comitato promotore della macchia mediterranea in Sicilia che da un anno a questa parte ha avuto un riconoscimento dal governo regionale ad essere il 21 novembre ossia oggi non solo la festa dell’albero ma anche la festa della macchia mediterranea. Un comitato formato da 4 docenti universitari nello specifico il sottoscritto unitamente al prof. Aurelio Angelini, il prof. Francesco Raimondo e il prof. Giuseppe Lo Paro, due presidenti, ing. Francesco Cancellieri e Prof. Renato Carelle, rispettivamente del Centro Educazione Ambientale di Messina e del Ramarro di Caltagirone, nonché dal dr. Salvatore Scuto già Sovrintendente ai Beni Culturali. Recentemente non certo per mio merito ma per affetto da parte di ognuno di loro rivesto il ruolo di presidente del suddetto comitato. Con il progetto Comuni Custodi della Macchia Mediterranea e la stesura di una Carta etica presentata a Caltagirone, essendo primo comune firmatario, stiamo sensibilizzando i comuni siciliani sui temi ambientali e in modo particolare sulla macchia mediterranea.
Le 7 qualità umane del prof. Furnari che lo rendevano unico:
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La gentilezza dote naturale per le persone eccezionali. Trattava tutti allo stesso modo, con educazione e tatto. Per qualcuno la gentilezza è sinonimo di debolezza mentre in genere è sintomo di forza interiore. Le persone eccezionali sono gentili con tutti e possono amare qualcuno che magari non li sopporta.
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Compostezza è sinonimo di autocontrollo. Le persone eccezionali sanno accettare ogni sfida senza turbamenti e sanno che la compostezza può anche limitare screzi. I “migliori” sanno reagire, sanno difendere, chiarire o controllarsi in ogni situazione e inoltre sanno di non essere presuntuosi. Questa era la 2a qualità del prof. Furnari.
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Le persone eccezionali sono disposte ad osare molto nella vita. Sanno che serve coraggio sia per affrontare la vita sia per cambiare sé stessi. Inoltre sanno quando è opportuno prendere rischi per inseguire i propri sogni. Una persona coraggiosa è quella che è disposta a fare cose coraggiose.3a qualità del prof. Furnari.
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Le persone eccezionali sono coloro che hanno fiducia in loro stessi e che sanno affrontare la realtà con equilibrio. Hanno fiducia nei propri mezzi e sanno come contrastare le situazioni avverse senza perdere il loro obiettivo. 4a qualità del prof. Furnari.
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Convinzione – Le persone eccezionali sanno cosa vogliono e sanno come prenderselo per raggiungere gli obiettivi. Per loro ogni situazione è una sfida nuova, diversa, emozionante, che li aiuta a combattere la negatività. 5a qualità del prof. Furnari.
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L’intelligenza è sinonimo di conoscenza. Ma influenza anche il campo delle emozioni, con la consapevolezza dei propri schemi emotivi e della flessibilità necessaria per gestire ogni sfida così da sbloccare qualsiasi situazione. Grazie all’intelligenza è possibile per le persone eccezionali affrontare la vita senza paura.6a qualità del prof. Furnari.
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Le persone eccezionali sono altruiste e sanno che la vita non può essere incentrata tutta su di loro. Sanno essere orgogliosi degli altri, dei loro successi e della loro gloria. Si accontentano del proprio successo e dei propri traguardi ma allo stesso tempo vogliono il meglio per tutti. Ed è quello che l’uomo prof. Furnari ci ha lasciato come eredità: una scuola. 7a qualità del prof. Furnari.
Qualcuno potrebbe chiedersi come faccio ad affermare che la qualità più grande dell’uomo Furnari è stata la nobiltà d’animo. Sono un ricercatore e quindi abituato a leggere la realtà con occhio scientifico. Non dimenticherò mai un momento critico della mia vita. Dovetti allontanarmi da un docente non essendoci convergenza di opinioni. Devo al prof. Furnari l’aiuto umano in quel momento.
É stato padre non solo di una splendida famiglia qui presente per onorare insieme a me la sua memoria i figli Rosaria, Martino, Oreste e l’indimenticabile Valerio che sono certo da lassù insieme al prof. Furnari ci segue…ma anche di tutti noi discepoli.
Saluto l’amico prof. Giovanni, fratello del prof. Furnari, anche lui affascinato dal mondo vegetale, nel caso specifico marino, grande studioso e profondo conoscitore del patrimonio algale della nostra isola. Un amore per la ricerca che continua da pensionato assistendo quotidianamente i suoi discepoli.
Accanto ad un uomo eccezionale c’è sempre una donna straordinaria. La prof. Claudia Barbagallo, indimenticabile docente universitaria di Botanica Farmaceutica dell’ateneo catanese, che ha saputo coniugare ricerca e famiglia.
Per una persona eccezionale come il prof. Furnari amare è un verbo che coniugava ogni giorno e lo donava senza interessi o necessità di avere qualcosa in cambio.
Si può affermare che Eccelleva in due discipline l’AMORE e la BOTANICA.
Chiudo il mio ricordo affermando di essere onorato di aver conosciuto il prof. Furnari, un raro signore di animo nobile.