Sottoposti a sequestro beni pari ad oltre 800mila euro
I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite, pari a circa 817 mila euro, da 110 cittadini stranieri non aventi diritto al beneficio del reddito di cittadinanza.
In particolare, i Finanzieri hanno esaminato una platea di oltre 2000 soggetti stranieri “messinesi”, di origine extracomunitaria e comunitaria, che risultavano aver richiesto e percepito il beneficio
A seguito di dettagliate analisi ed incroci dei dati comunicati dai beneficiari nelle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (D.S.U.) con quelli emersi dalle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, sono emerse delle discrasie in relazione al possesso dei requisiti indicati, con particolare riferimento a quello della residenza.
Più precisamente, atteso che per l’ottenimento del beneficio in parola è necessario il possesso da parte del richiedente, al momento della presentazione della domanda, della residenza sul territorio dello Stato da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, sono stati incrociati i dati relativi alla residenza dei richiedenti con quelli relativi alla data di ingresso nel territorio nazionale e di rilascio di eventuale permesso di soggiorno.
Tale attività ha quindi consentito di individuare ben 110 soggetti stranieri che, in sede di presentazione della domanda, contrariamente al vero, dichiaravano di possedere il predetto requisito, ottenendo, in tal modo, indebitamente, il beneficio. Alcuni di essi, tra il 2019 ed il 2021, avrebbero addirittura percepito somme superiori a 29 mila euro.
All’esito delle analisi condotte, pertanto, il competente Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, accogliendo la proposta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite, per le ipotesi di reato prevista dagli articoli 7 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 e 316 ter del c.p., per l’illegittima percezione del Reddito di Cittadinanza che, nei casi più gravi, prevede la reclusione da 2 a 6 anni.
L’attività è stata preceduta dalla ormai consolidata collaborazione e sinergia info-operativa con l’INPS di Messina, che ha celermente messo a disposizione del Reparto del Corpo operante tutti gli elementi necessari ad effettuare gli opportuni approfondimenti, anche alla luce del recente Protocollo d’intesa stipulato tra il Comando Regionale Sicilia della Guardia di Finanza e la Direzione Regionale Sicilia dell’INPS.