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Il mercato dei videogame nel 2021

Chi non ha mai provato almeno una volta nella vita un videogioco?

Chi non ha mai provato almeno una volta nella vita un videogioco?

Il fascino dei gamepad è rimasto immutato da decenni. Sapere di poter eseguire una serie molteplice di operazioni e di esplorare giganteschi spazi virtuali incuriosisce anche chi non è avvezzo alle realtà digitali. Non a caso, negli ultimi tempi anche l’età media dei gamer è aumentata sensibilmente. Il mercato dei videogame genera ogni anno un indotto miliardario.
Quando un titolo specifico ha successo, è praticamente automatico che conoscerà un sequel o quantomeno uno spin-off. Considerando che alcuni giochi come quelli sportivi si basano proprio su una serialità atavica, va da sé che l’offerta globale si rinnovi di continuo, garantendo ai consumatori di poter accedere periodicamente a contenuti del tutto originali.

 

Il mercato dei videogiochi dall’avvento di Internet

 

Tra gli anni ’70 e ’90 Atari, Nintendo e SEGA hanno portato nelle case dei ragazzini di tutto il mondo milioni di console e controller grazie ai quali hanno preso vita numerosi personaggi che ancora oggi sono delle icone del settore dell’intrattenimento, come Super Mario o Sonic. Con la nascita della PlayStation il parco titoli è aumentato, ma solo all’inizio del terzo millennio l’esperienza videoludica è stata rivoluzionata con l’implementazione delle connessioni ad Internet.
La PlayStation 2 fu la prima console a provare a mettere in contatto due giocatori a distanza, oggi anche i sistemi portatili vi riescono comodamente, sfruttando la rete wi-fi. Di conseguenza, i videogame sono diventati sempre più competitivi e lo spirito agonistico ha trovato la sua sublimazione con i primi tornei ufficiali dedicati a svariati titoli, in primis sparatutto e calcistici. Il connubio tra videogioco e Internet ha portato quindi alla coniazione del termine “eSport” e alla condivisione dei gameplay tramite piattaforme quali Youtube e Twitch, sulle quali vengono trasmesse tra l’altro le competizioni più importanti, giusto per rimanere tutti nello stesso recinto. Tra Europa e America, si contano ormai rispettivamente 500 e 250 milioni di videogiocatori, molti dei quali impegnati con il gamepad in contesti lavorativi.

Di recente in Italia è stato istituito anche il primo Registro Pubblico degli eSport, relativo a tutti i professionisti che tra agenzie e team di gamer popolano l’ambiente. Insomma, una console per videogiochi è diventata ben più di un classico regalo di Natale e rappresenta oggi la porta d’accesso a una dimensione che, seppur virtuale, può essere realmente professionistica.

 

 

Dati sul mercato dei videogame

 

Il fatturato internazionale dei videogame si attesta oggi sui 200 miliardi di dollari annui, di cui 2 provenienti dall’Italia.
Com’è possibile verificare su https://www.slotgallinaonline.it/, oltre l’80% delle vendite (precisamente l’82%) riguarda i giochi in sé per sé, mentre il resto (18%) riguarda l’hardware, cioè console e periferiche varie. Va da sé che la possibilità di giocare anche dagli smartphone e dai vari dispositivi mobile ha fatto crescere in maniera esponenziale l’utenza. Lo stesso mercato dei videogame italiano ha conosciuto un incremento del 20% delle vendite dal 2020 ad oggi. Dalle statistiche sui videogame emerge che quasi metà dell’utenza complessiva è composta da donne tra i 15 e i 30 anni. L’età media si rivela più alta quando si parla di uomini: sembrano infatti più frequenti i casi di padri che di madri che giocano insieme ai propri figli. Un’impennata considerevole è stata registrata soprattutto nella fascia d’età tra i 30 e i 35 anni, ovvero quando generalmente si inizia ad ottenere la propria dipendenza economica e si crea un nuovo contesto familiare. Se fino a qualche anno fa parecchi appassionati abbandonavano di punto in bianco le console per dedicarsi al lavoro e alla prole, oggi i videogiochi sono tra i passatempi più condivisi da genitori e figli.

 




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