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Santa Maria

Salvatore Merlino per il Convento Santa Maria del Gesù e Villa Melania

servirebbero altri 150mila euro. Ma il ritorno di immagine, sul piano internazionale, sarebbe di gran lunga superiore

Salvatore Merlino, candidato alle regionali: “aberrante vedere questi beni culturali abbandonati, intervengano anche Soprintendenza, Comune e Università, si utilizzino fondi PNRR e PON e si organizzino percorsi guidati con associazioni e fondazioni”.

 

 

“Come fatto per la casa di Pascoli, la Regione acquisisca a Messina importanti siti come la villa Melania Romana a Pistunina e il sito dove si trova il Convento Santa Maria del Gesù sul Viale Giostra, per tutelarli e preservarli dall’incuria, dai vandali e dalla miopia di altre istituzioni. Dopo la pulizia e ulteriori scavi, si metta al lavoro per renderli fruibili e visitabili dai messinesi e dai turisti, creando percorsi guidati.

E’ veramente aberrante vedere questi importanti tesori dimenticati, tra spazzatura e sterpaglie. Le istituzioni quali Soprintendenza, Comune, Università si sveglino dal letargo e presentino progetti per ottenere finanziamenti dai fondi PON e PNRR al più presto. Siano date poi a cooperative giovani, associazioni e fondazioni che già, da volontari, si sono occupati dei siti, creando la possibilità di sviluppare percorsi turistici guidati”. A dirlo Salvatore Merlino candidato alle prossime elezioni regionali per la Dc e responsabile provinciale infrastrutture, trasporti e isole minori del partito.

“Ci sono degli eventi – prosegue Merlino – che dipendono unicamente dagli uomini, in particolare da quelli che sono a capo di alcune istituzioni, che quando vengono sollecitati su alcuni aspetti, pur riconoscendone il valore e l’importanza, tendono a fare come gli struzzi: mettono la testa sotto terra: è il caso di questi beni, che rappresentano la nostra identità storico culturale.
Nel sito dove si trovano gli attuali ruderi del convento Santa Maria di Gesù di sopra sul viale Giostra, a Messina, potrebbero anche esserci i resti del famoso pittore Antonello da Messina, per questo si devono proseguire gli scavi e fare gli studi previsti per capire se possa esserci questa possibilità.

L’artista aveva disposto, con il testamento, che la sua salma fosse tumulata nella chiesa Santa Maria di Gesù, senza ulteriori dettagli. Indipendente da questo, il sito ha comunque un notevole valore storico.

Nel 2013 due campagne di indagini georadar condotte dal CNR di Messina, a nove metri di profondità hanno confermato ciò che era stato già ricostruito attraverso le testimonianze dell’epoca: si è visto chiaramente che sotto la chiesa ottocentesca sopravvivono parti di una chiesa medioevale.
Il progetto di risanamento e recupero del sito, da un milione e mezzo di euro, già approvato, è fermo, ma per procedere con gli scavi archeologici basterebbero appena 20mila euro, utili a coprire con un sistema di capriate e mettere in sicurezza i ruderi, che con i loro tremila metri quadri di superficie sono lo spazio storico aperto più esteso della città.

Per finanziare le ricerche per identificare i resti sottostanti servirebbero altri 150mila euro. Ma il ritorno di immagine, sul piano internazionale, sarebbe di gran lunga superiore”.

“Altro importante bene culturale dimenticato è quello di Villa Melania – prosegue Merlino – una superficie di 36 mila metri quadri, in cui insistono i resti di una villa di epoca romana, vincolata dalla Soprintendenza negli anni ‘90, poi abbandonata sia dalla stessa Soprintendenza, che dal curatore fallimentare, che si dovrebbe occupare del Bene dopo il fallimento di un’azienda che lì avrebbe dovuto realizzare un supermercato. Si tentò di costruire infatti negli anni ’90. I lavori del supermercato furono bloccati, la villa sottoposta a vincolo. Ora si trova sotto rovi e spazzatura. Il curatore tra l’altro l’ha messa all’asta più volte, ma l’asta è andata deserta. Gli unici che si sono occupati dell’area, solo per ripulirla dai rovi sono stati, ancora una volta, i volontari, in questo caso della Pro Loco Messina Sud e della Fondazione Salonia, che ha nei pressi propri fabbricati dove organizzano mostre etnoantropologiche, culturali e artistiche. Ora diciamo basta all’incuranza, chiediamo alla Regione di acquisire i due siti, mantenere i vincoli e procedere presto con gli ulteriori scavi. Auspichiamo che i due siti possano così diventare un importante volano turistico ed economico per due zone periferiche della città, Giostra e Pistunina, rigenerando dal punto di vista sociale e urbano questi territori”.

 




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