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Caro prezzi, Picciotto: “Famiglie e aziende schiacciate dalla crisi”

Il presidente di Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto, ha denunciato le conseguenze dell'aumento dei prezzi su famiglie e aziende invitando ad ridurre la pressione fiscale e incentivare i consumi

“In questo momento storico è di fondamentale importanza ridurre la pressione fiscale sulle aziende e sulle famiglie e incentivare la fiducia, che poi è la prima spinta al consumo.

Bisogna garantire più risorse in busta paga ai lavoratori e fare in modo che le imprese possano contare su risorse facilmente ottenibili in modo da contrastare la crisi di liquidità e tornare produttive”. Lo ha detto il il presidente di Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto, rilevando l’incremento dei prezzi a consumo nel mese di febbraio a Messina.

“A farne le spese – denuncia Picciotto – oltre a milioni di famiglie italiane, altrettante aziende piccole e medie imprese, schiacciate ormai dalla crisi, dalla pressione fiscale e dalla contrazione dei consumi”.

Nella fotografia dell’attuale situazione fatta da Confcommercio, nella città di Messina nel mese di febbraio si è registrato un incremento congiunturale del 1,5% e tendenziale del 6,9 % dell’indice dei prezzi al consumo, secondo i dati forniti dall’Ufficio Statistica di Palazzo Zanca.

Crescono tendenzialmente rispetto all’anno precedente i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che registrano un + 6,3%. Crescono in particolar modo le spese di gestione dell’abitazione, con le bollette di acqua, elettricità e combustibili che hanno fatto registrare un +32,2%. Crescono i prezzi di mobili, articoli e servizi per la casa con l’1,2% di rincaro. Crescono dello 0,8% i costi dei servizi sanitari e delle spese per la salute. Incremento del 10,7% per i costi dei trasporti e dell’1% per i costi di servizi ricreativi spettacoli e cultura. +2,9% per servizi ricettivi e ristorazione, come rilevato anche da Erminio Egitto, consigliere di Confcommercio, membro della commissione che si occupa della rilevazione dei dati dei costi al consumo. Una situazione in netto peggioramento per gli effetti della guerra in Ucraina che hanno portato ad un rialzo dei costi della vita che stanno trascinando in alto l’inflazione ma mantenendo inalterati gli stipendi. Un paradosso che sta mettendo in grave crisi i consumi interni, già fortemente provati da due anni di pandemia e restrizioni.

“Se vogliamo evitare il peggio – conclude il presidente di Confcommercio Messina – dobbiamo cominciare a pensare strategie diverse per far si che gli effetti della crisi non diventino letali per le imprese messinesi.

Dobbiamo creare opportunità e servizi, oltre che sostegni mirati e concreti, specie per i settori più penalizzati. Bisogna agire e bisogna farlo subito, in maniera propositiva e condivisa facendo rete con le parti interessate, istituzioni in testa”.




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