Aumenta la spesa per le famiglie messinesi, con i prezzi dei beni a consumi sempre più alti e la capacità di spesa sempre più bassa. E aumenta vertiginosamente.
Nella “fotografia” dell’Istat del mese di marzo sull’indice prezzi a consumo, la Sicilia registra un’inflazione del 7,6%, su una media nazionale del 6,5%, e tra le province italiane Messina sale sul un poco invidiabile podio.
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, infatti, l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+8,1%), Bolzano (+7,8%) e Messina (+7,7%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Torino (+5,6%) e Reggio Emilia (+5,3%).
I cittadini sono costretti a fare i conti con gli aumenti di prodotto alimentari, bevande, energia e servizi in generale, e a stringere la cinghia su abbigliamento, comunicazioni e persino sull’istruzione.
A Messina nel mese di marzo 2022 si registra un incremento congiunturale (sulla base del mese precedente) del 1,1% e tendenziale (sulla base dello steso mese dell’anno scorso) del +7,7% dell’indice dei prezzi al consumo.
Crescono tendenzialmente rispetto al 2021: prodotti alimentari e bevande analcoliche (+7,1%), bevande alcoliche e tabacchi (+0,4%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+32,3), mobili, articoli e servizi per la casa (+1,3%), servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), trasporti (+12,7%), ricreazione, spettacoli e cultura (+0,9%), servizi ricettivi e ristorazione (+3,5%), altri beni e servizi (+1,7%).
Decrescono abbigliamento e calzature (-0,2%), comunicazioni (-2,5%) e istruzione (-0,4%).
La nota dell’Istat offre una sintetica analisi dei fattori che hanno contribuito a determinare le dinamiche di prezzo più marcate dei beni e servizi a rilevazione centralizzata nel mese di marzo:
Prodotti per fumatori: si registra un aumento congiunturale per quanto riguarda i sigari e i sigaretti(+1%; +1,7% il tendenziale), dovuto all’aumento di alcune marche, e gli articoli per fumatori (+1%).
Energia elettrica: si rileva un aumento congiunturale per quanto riguarda l’energia elettrica del mercato libero (+1,4%; +65,5% il tendenziale) e il gas di città o gas naturale del mercato libero (4,6%), legato alla crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche.
Servizi di trasporto: nel trasporto aereo si registra un incremento congiunturale nei voli nazionali (+18,8%; -30,2% il tendenziale) e in quelli europei (+21,3%; -5,9% il tendenziale), viceversa un calo in quelli intercontinentali (-11,1%; +7,8% il tendenziale). L’incremento dei voli nazionali ed europei è dovuto soprattutto al segmento low cost, mentre la flessione dei prezzi dei voli intercontinentali è dovuta essenzialmente al segmento tradizionale. Si rileva inoltre una diminuzione dei prezzi dei trasporti ferroviari nazionali (-4,9%; -17,9% il tendenziale), a causa di una maggiore disponibilità di offerte per l’intercity notte e l’alta velocità, e un aumento dei prezzi del trasporto marittimo (+2%; +10,1% il tendenziale), da attribuire soprattutto alle destinazioni verso l’estero.
Attività turistiche e ricreative: per quanto riguarda i servizi turistici si rileva una diminuzione congiunturale dei prezzi dei pacchetti vacanza nazionali (-7,5%; +0,7% il tendenziale), dovuta essenzialmente al segmento montagna, e dei pacchetti vacanza internazionali (-3,3%; -1,7% il tendenziale), da attribuire al segmento mar Mediterraneo. In diminuzione, sebbene in modo più lieve, anche i prezzi dei villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (-0,2%; +7,2% il tendenziale), mentre aumentano i prezzi degli agriturismi (+2,1%). Per i servizi ricreativi si registra una riduzione degli impianti di risalita (-4%; +15,2% il tendenziale) e per i parchi nazionali, giardini zoologici, giardini botanici (-0,7%; +5,7% il tendenziale) a fronte di un aumento dei parchi di divertimento (+2,9%; +3,1% il tendenziale).
Cultura: si rileva una riduzione congiunturale del prezzo dei libri di narrativa (-2,8%; -1,6% il tendenziale) e del download degli e-book (-12,5%; -18,6% il tendenziale). Si registra, infine, una flessione congiunturale del prezzo dei periodici (-0,8%; +0,5% il tendenziale), legato ad una diversa distribuzione degli allegati.
Gli indici dei prezzi al consumo di marzo 2022 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo.