Una commedia divertente e intelligente che porta al cinema una storia vera che non solo è incredibile, ma anche bellissima
Una commedia divertente e intelligente, ben costruita e ben interpretata, che porta al cinema una storia vera che non solo è incredibile, ma anche bellissima.
Quella raccontata nell’Incredibile storia dell’Isola delle Rose non è solo una storia incredibile, come giustamente rivendica e mette in bella evidenza il titolo. È anche una storia bellissima.
Una storia che non ci si crede abbia dovuto aspettare più di cinquant’anni per essere raccontata al cinema, dal nostro cinema, perché è una di quelle che, a Hollywood (tanto per citare un posto a caso), a quest’ora avrebbe già ispirato un paio di documentari, un filmone da Oscar, e una serie tv su Netflix.
E però poi in qualche modo le cose accadono sempre quando devono accadere, e a pensarci bene forse non c’è stato un periodo più adatto di questo, nella storia del nostro paese degli ultimi cinquant’anni, per raccontare di Giorgio Rosa e della sua utopia. Perché mai come oggi, negli ultimi cinquant’anni, c’è bisogno di qualcosa e qualcuno che ci ricordi quanto siano importanti certe cose.
Che non sono la rivoluzione, né semplicemente l’anticonformismo, che il conformismo dominante è stato in grado di soggiogare e far diventare, in moltissimi casi, una declinazione di sé en travesti, il conformismo dell’anticonformismo, ma che è la capacità di slanci ideali di fantasia e immaginazione che siano davvero liberi, e laici, estranei se non addirittura diffidenti nei confronti di ogni ideologia codificata, e quindi limitante.
La seconda parte del film si concentra sul contrasto tra Rosa e il Governo italiano, quel Governo che in quei mesi vedeva Giovanni Leone alla Presidenza del Consiglio e come Ministro dell’Interno quel Franco Restivo che diverrà il più determinato e acerrimo nemico dell’utopia di Rosa, che rappresentava un sogno pericolosissimo agli occhi di una classe politica rigida, conservatrice, del tutto fuori sincrono con quello che stava avvenendo nella società italiana e mondiale, e che pure, nella sua composta ma spietata efficienza, fa risaltare ancora di più certa cialtroneria generalizzata dei nostri tempi.
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La cassa, al Museo, aprirà alle 20.30, nelle serate degli eventi.