Sarà anche partito in ritardo rispetto ad altri avversari, Franco De Domenico ma, rotti gli indugi, non sembra voler perdere altro tempo. Avrà anche dovuto superare mugugni e resistenze ma, alla fine, il suo nome è riuscito a mettere d’accordo praticamente tutte le anime del Centrosinistra, impresa non facile. E quelle anime c’erano tutte ieri pomeriggio all’inaugurazione del comitato elettorale del candidato sindaco, al numero 123 di Via Garibaldi, nello stabile dell’ex Jolly Hotel.
“Questa è una coalizione tanto grande quanto composita – conferma De Domenico – ma senza contraddizioni, piena piuttosto di valori comuni sui quali costruire un’amministrazione per i prossimi dieci anni che possa dare sviluppo, lavoro e pace sociale”.
Non nasconde ambizioni il candidato sindaco del Centrosinistra, parlando di un progetto di grande respiro, e liquida anche velocemente i contrasti iniziali con Renato Accorinti: “Le riserve sono state superate con un faccia a faccia in cui ho chiarito quali sono gli obiettivo che ho intenzione di raggiungere e che voglio farlo insieme a loro”.
Un’intesa basata su programmi e contenuti, ha assicurato, non su assessorati o posti di sottogoverno. Magari per quelli ci sarà tempo, ma questa volta il Centrosinistra non può permettersi il lusso di “continuare a farsi del male”. E il momento della consapevolezza sembra essere arrivato, se è lo stesso De Domenico a ricordare che, alle ultime elezioni, i partiti della coalizione che oggi lo sostengono supportavano tre candidati diversi.
“Inauguriamo oggi quella che per i prossimi mesi sarà la nostra casa – afferma inaugurando il comitato – anzi quella che vorremmo diventasse la casa di tutti i messinesi. Un luogo di confronto, di dialogo, una fucina di idee”.
“È da qui – prosegue – che parte una nuova fase del nostro progetto, quella in cui prende forma la visione della città dei prossimi anni. Una Messina in cui la qualità della vita deve raggiungere standard europei; una Messina in cui ciò che oggi è straordinario diventi ordinario; una Messina, soprattutto, in grado di garantire occupazione, posti di lavoro reali e non situazioni pseudolavorative occasionali e saltuarie”.
Lavoro è una parola che De Domenico pronuncia spesso nel suo intervento, parlando del triste spettacolo di “una città che si spegne lentamente” .
“In troppi se ne vanno – ha ribadisce – non solo giovani. Stiamo perdendo la nostra identità. Questa è una città che ha bisogno di sviluppo, ha bisogno di lavoro, di attrarre risorse, investimenti. Ha bisogno di lavoro, ha bisogno di persone”.
E promette di coinvolgere i messinesi: “Non è vero che le idee non ci sono. Il nostro è un progetto fatto di azioni concrete, con ricadute che non si fermano agli annunci. Le illustreremo ai messinesi e a loro chiederemo un contributo di idee e di confronto. Anche ascoltare i loro disagi, i loro problemi ci permetterà di raffinare la proposta”.
De Domenico parla di “un’amministrazione in cui Messina tutta, da Nord a Sud, dal centro alle periferie, dalle colline alle coste dovrà trovare risposte, superando le fazioni in cui la città è divisa”. Difficile a questo punto non parlare dei Quartieri, dell’ipotesi scissione di Montemare, della proposte dell’avversario Basile di creare la settima municipalità. La strada di De Domenico è diversa: “Noi siamo per un decentramento vero, democratico, che dia ai quartieri funzioni e risorse. Vogliamo che diventino avamposti di legalità, primo fronte del governo cittadino. Tutto il resto sono chiacchiere, e noi non siamo abituati a fare chiacchiere”.
Aspettando il candidato del Centrodestra, la campagna elettorale sembra davvero essere partita questa volta. I motori si sono scaldati, la macchina elettorale inizia a macinare metri. Quelli reali che separano il comitato elettorale di Franco De Domenico da Palazzo Zanca sono poche centinaia, come fa notare lo stesso candidato. Quelli della competizione per le amministrative sono molti di più. E gli avversari non stanno a guardare, a prescindere se siano già in movimento da mesi, settimane, o aspettino ancora alla finestra. E hanno le orecchie tese e la battuta pronta. Ci sta, in campagna elettorale. Purchè i buoni propositi di parlare di Messina e di programmi non finiscano nell’immondezzaio e prendano il sopravvento quelle che, a chiamarle gentilmente, potremmo definire “schermaglie” tra opposte fazioni e tifoserie.
“Siamo diversi – precisa De Domenico – differenti da chi ama dividere. Non siamo disposti a dualismi del tipo: ci amerete o ci odierete. Piuttosto: rispetteremo tutti e faremo in modo che tutti ci rispettino”.
Vedremo. Alle elezioni mancano 57 giorni, e 57 giorni possono essere lunghi.